Povertà in aumento a Milano e Cinisello

📢 Lo abbiamo detto durante il corteo per il diritto alla casa del 9 ottobre scorso, è ribadito da dati di fatto che Comune e Istituzioni fanno finta di non vedere: a Cinisello c’è una situazione di crisi permanente che si sta aggravando.

🔍 A luglio avevamo pubblicato un primo bilancio dei nuclei intercettati da dicembre 2020, che in questi giorni stiamo aggiornando:88 nuclei intercettati (+19 da luglio), per un totale di 307 persone di cui 96 minori.

🛠Dei 211 adulti:
101 disoccupati
42 con lavoro ultraprecario o in nero
17 con lavoro stabile (di cui 4 con tempo indeterminato full-time; gli altri spesso hanno indeterminato part-time e a chiamata)
51 in pensione (media inferiore agli 800 al mese): reversibilità, invalidità, anzianità. Per chi ha la pensione di invalidità è comunque necessario trovare un altro lavoro, non essendo sufficiente
Appena 14 nuclei percepiscono una forma di sostegno come Reddito di cittadinanza o NASPI e solo 5 hanno usufruito delle misure una tantum elargite da Comune e Stato.

🏘Per quanto riguarda la situazione abitativa:
29 persone vivono in occupazione
35 in situazione di precarietà abitativa
135 in affitto da privati (di cui 82 con arretrati, difficoltà a pagare, minacce di sfratto)
75 in edilizia residenziale pubblica (aler o comune), di cui 57 con arretrati, difficoltà a pagare
21 in case di proprietà (di cui 13 con difficoltà per bollette e mutuo)
11 in cooperativa

👁 La nostra fotografia non si distanzia molto da quella scattata dalla Caritas Ambrosiana, che nel suo ultimo rapporto ha stimato che il 41% di chi aveva chiesto aiuto alla Caritas per la prima volta nel 2020, ad un anno di distanza, non è uscita dallo stato di bisogno. Un dato più alto a Milano che nel resto del Paese (29,7%). In questo quadro gli aiuti pubblici non sono stati una rete di protezione adeguata. Secondo il monitoraggio condotto nella diocesi di Milano nel 2019 e nel 2020 quasi la metà dei poveri aiutati da Caritas Ambrosiana (il 48,7%) non ha beneficiato del Reddito di cittadinanza. Mentre oltre la metà (54%) di tutti coloro che lo hanno ricevuto sostiene che è comunque troppo basso rispetto al costo della vita.