Questo sabato sono ripartite le attività della Brigata Orso a #Cinisello, con relative consegne e ritiri dei pacchi alimentari e igienici – anche grazie al supporto di EMERGENCY. Abbiamo incontrato i 69 nuclei seguiti, la cui situazione è in continua evoluzione fra neonati, cambi di lavoro e crisi abitative – una condizione che muta molto più velocemente rispetto alla risposta delle Istituzioni e alla loro capacità di comprensione. Anche ieri, nuove persone si sono presentate per chiedere di aderire al programma di solidarietà popolare.
Perché è importante costruire una comunità di cura? In uno studio pubblicato dall’Eurostat nel 2015 emergeva che l’Italia era il paese europeo con la percentuale più alta di persone che dichiarano di non avere nessuno a cui rivolgersi – che siano parenti, amici, vicini di casa o conoscenti – in caso di bisogno. La condizione di isolamento a cui siamo stati soggetti per mesi ha portato all’esasperazione di questo dato e lo ha reso ancora più tangibile. Allo stesso tempo per evitare che la popolazione più in difficoltà rimanesse esclusa dai bisogni essenziali, come mangiare e curarsi, sono nati progetti e percorsi di mutuo aiuto grazie all’investimento umano e politico e alle azioni congiunte fra diverse realtà. Tra queste, il percorso a cui apparteniamo, quello delle Brigate Volontarie per l’Emergenza.
Nel periodo che va dal 1 settembre 2020 al 31 marzo 2021 i centri Caritas che forniscono pasti caldi in Italia hanno registrato l’accesso di 544.775 persone nelle loro mense. Di queste quasi una persona su quattro (24,4%) non si era mai rivolta loro in precedenza. Si tratta di 132.717 persone in totale, in media 629 nuove persone in difficoltà in più al giorno. Tra i “nuovi volti” incontrati ci sono italiani e stranieri, giovani adulti ma anche anziani soli, famiglie con minori, nuclei con disabili. Si tratta di persone che prima dell’emergenza, potevano contare magari su un impiego precario, stagionale o irregolare; o ancora piccoli commercianti, lavoratori autonomi, ma anche persone che versavano già da tempo in uno stato di disoccupazione. A loro si aggiungono i cassaintegrati e le piccole – o false – partite IVA, in attesa dei trasferimenti monetari di protezione e assicurazione sociale stanziati dal Governo. Una fotografia simile a quella registrata da noi e pubblicata rispetto a questo primo anno di attività.
Di pari passo ai dati sopra riportati alcuni fenomeni appaiono in diffuso aumento, in quanto segnalati da oltre l’80% delle Caritas interpellate e da numerosi altri progetti attivi su Milano. Accanto a situazioni legate ai bisogni fondamentali della persona (il lavoro, la casa), compaiono bisogni differenti, inerenti alle sfere del disagio psico-sociale, delle problematiche famigliari, della sfera scolastica e molti altri. In una comunità di cura si cerca di intercettare anche questi bisogni facendosene carico in maniera auto-organizzata e soprattutto una presa in carico orizzontale.